Le mie prigioni
Nacqui nell’anno in cui
Chiusero le terribili prigioni
Finirono i giorni bui di Alcatraz
E dopo un po’ per mia madre i dolori
Con la vita cominciai a fare a pugni
A sudarmi una libera uscita
Il deserto mi ha forgiato una Sfinge
Impassibile con calze di seta
Sfiorano del tempo i tentacoli
L’imperitura e increduli
viandanti il freno rodono
E d’invidia a contemplarmi
Quante volte han sbattuto l’onda
I vogatori e le imbarcazioni
Polena o a vela gonfia
Mar non m’imprigiona
M’abbracciano amorfi amanti
In soia da Morfeo lasciano
per la pecunia penitenza e io
allo scappavia elemosinando
Ustolare vorrei sentirvi
A ogni mio verso e apparizione
Di bellezza insaziabili
Adorar le mie nuove prigioni
l'odore del fulmine
la poesia è un fulmine che in poche parole deve farti sentire l'odore di un momento
Il mio viaggio insieme a voi non finirà mai....
l'oratore
quando si usano le parole determinante è il ruolo dell'oratore che ne sa esaltare il contenuto emotivo...
il trailer!
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non è per sempre!
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